Le Daniel Erasmus!!!!

Per far partecipare tutti i miei amici, parenti e conoscenti alle magiche avventure vissute in terra di Borgogna!

07 luglio 2010

14 marzo 2009

Padova

Cinque e mezza di un sabato piuttosto grigio ma sufficentemente caldo da mettere la voglia di fare un po' di corsa. Zona ex industriale, una villa in stato di abbandono, abitata da me e altre 5 studenti.
Certo conosco posti migliori dove fare jogging (Terranegra in primis) ma la pigrizia è regina. Una piccola corsa tra le vie di un quartiere fatiscente può essere solo di stimolo. Seguendo il sentiero del caso, mi trovo a sorpassare il Centro Occupato Pedro luogo di pseudo rave organizzati. Prendendo alla mia sinistra finisco in un abbandono ancora più immanente. Un passaggio a livello con annessa casa e una barriera esausta di divieto d'accesso. Perchè non superarla giacchè oltre il ponte della ferrovia si intravede la campagna? Passato il tunnel mi ritrovo in un luogo di bucolica devastazione. La campagna stuprata dalla città, l'acciao che si fonde con i canali di scolo stagnanti. Luogo di trattori e campi arati, antenne delle telecomunicazioni e case murate, occupate abbandonate, di nuovo violate. Corro vicino a un campo nomadi, con annessa discarica personale. Mi muovo affascinato da questo quadro vivente di desolazione e tristezza. Ha la stessa folgorante bellezza della disperazione dei derelitti. Qui un bosco, là lo stadio. Nessun ordine. Case di campagna con giardini curati e fatiscenti stamberghe abitate da fantasmi viventi.
Odo storie di violenza familiare, incesti e grida. Ignoranza guidata dalla miseria, improvvisa ricchezza. Quel potere economico arrivato troppo repentino qui in Veneto, privo della maturità per essere usato.
Continuo a correre.
I cani latrano, ringhiano, scuotendo le catene.
Uno attira la mia attenzione, legato in una cascina schiacciata tra l'autostrada e la ferrovia. Mentre l' Alta Velocità gli scorre accanto, una vecchia con sguardo pari al sua animale aspetta il tempo di morire. Fissa nel vuoto assordante di macchine lanciate in velocità il punto futuro della sua dipartita. Aspetta. Seduta. Aspetta.
Il mio passaggio è il momento più emozionante della sua giornata.
Continuo a correre, il paesaggio si trasforma regalando note di scoramento sempre più sinfoniche. Infine eccomi sulla superstrada, tra i pasti abbandonati dalle prostitute e i fuochi della campagna veneta. Preservativi e terra smossa dal lavoro dei contadini.
Un pensiero: se cadessi qui, senza documenti ne cellulare so che il mio corpo sarebbe già corroso prima che venisse ritrovato.
Continuo a correre.
L'avvicinarsi della notte mi consiglia di rientrare, mi promette incubi e aberrazioni. Saggi consigli che mi fanno ritornare sui miei passi. Ritrovo la vecchia e il suo cane immobili mentre il treno scuote la loro casa, il bosco abbandonato e selvaggio, il campo (rom o sinti che sia) con le voci dei bambini e panni stesi ad asciugare nella polvere. Riavvolgo il film della mia corsa, sapendo di aver vissuto qualcosa di prezioso. Un quadro, una pittura di Edvard Munch, essermi immerso nell'abbraccio dell'abbandono. L'arrivo alla sbarra arruginita segna il mio ritorno al mondo.
Quel piccolo giardino segreto, nascosto agli occhi del mondo rimarrà una sensazione costante in me. Un immagine di una sempiterna vecchina in un quadro di violenza e degradazione.
Quante storie sono chiuse in quelle case, mille orrori del quotidiano che solo Tiziano Sclavi saprebbe raccontare. Posso sentire la sera che mi inquieta, pronta a scatenarsi nella complicità del buio. Miserie umane in attesa di strisciare nella pece , esprimersi nella loro perversione.
Essere spettatori della distruzione me ne fa assaporare la malinconica meraviglia.

28 settembre 2008

Domenica

Oggi son andato a messa a Montmartre, poi sono sceso alla Butte e ho mangiato in un ottimo ristorante vegano, dove ho conosciuto un po' di gente simpatica, infine ho fatto un giretto per Pigalle, metro da Place de Clichi a la Chapelle e son venuto a trovare degli amici nel 18esimo. Questa sera teatro a La Defense

Seconda settimana

Questa settimana è caratterizzata dalla visita a Campeni, da un piccolo scambio emotivo con una ragzza francese e da una non proprio simpatica intossicazione alimentare. Bè cosa volete, vecchiette che vendono Placinta lungo la strada che porta alla Grotta dell'Orso sono cosi' adorabili che non ho resistito a comprare un qualcosina. Dopo l'esperienza avrei fatto meglio a comprare della "TZuica" (pronuncia italiana) almeno, dato il tasso alcolico, sarebbe stata sicuramente asettica.
Campeni è un piccolo villaggio nel cuore della Transilvania dove, di progetto, dovevamo fare base per visitare i Carpazi. In realtà, tempo avverso non permettendo, abbiamo passato il tempo a mangiare e andare in discoteca. Una piccola nota: in Romania il capitalismo è di un aggressività quasi spasmodica, questa discoteca era situata nel mezzo del nulla, in un villaggio con molti edifici sventrati, bambini abbandonati, persone claudicanti memori di una guerra troppo recente perchè le ferite siano ben suturate, giovani rumeni carenti di istruzione e di guida che ci accompagnavano nel nostro peregrinare. Orbene in tutto questo dolore manifestato con una dignita' antica, si stagliava lucida e oscenamente pulita la nostra discoteca. Grande, bella...desolatamente vuota per rapporto alla capienza. Una sola immagine mi fece sorridere: dopo che mi affacciai alla terrazza del locale vidi, ben illuminati dalla luce della stazione di carburante, un coppia di buoi e due uomini che li governavano. La discrasia rasento' davvero il ridicolo. All'interno, tutte quelle luci, quei colori tecnologici, giovani all'ultima moda il cui minimo capo d'abbigliamento costava un semestre di lavoro contadino e fuori una scena d'altri tempi, un gusto di semplicità e di calore. Una sigaretta scambiata tra due bovari all'odore del bestiame, una reale una stazione di servizio su modello statunitense e due vitelli stupendamente ingrassati alla buona erba rumena.
Penso che la luna che ci osservava attraverso al notte serena si sia altrettanto divertita. L'aria era fresca e pungente di odori, la musica tecno martellava le pareti per uscire a gridare nel silenzio e io godevo delle riflesso poliedrico che la vita emanava nella mia esistenza.

17 settembre 2008

Commovente

11 settembre 2008

Timisoara e Prime impressioni rumene

Ciao a tutti! Dopo tre settimane e qualche giorno passate nella terra del buon Ţepeş ho davvero bisogno di evacuare una marea di impressioni, sentimenti e movimenti dell' anima. Certo avere una tastiera rumena non aiuta, ma gli accenti e gli apostrofi son questioni di stile. Invece quelle che mi preme e farvi conoscere una terra molto bella, piena di contraddizioni certo, ma anche di gente ospitale e calorosa, di risorse e opportunita'

Prima settimana
Arrivo a Timisoara con Daniela, una mia amica di Carmagnola che ha deciso all'ultimo secondo di unirsi con me in quest'avventura. Sull'aereo abbiamo cominciato a chiacchierare con un omone rumeno che oltre a preoccuparsi e consigliarci ci ha gentilmente offerto un passaggio dall`aeroporto allo studentato. Erano venuto a prenderlo la figlia e il suo ragazzo, quindi ci siamo ritrovati in 5 su una Dacia (gloria e onore dell'impero automobilistico rumeno) con le valigie sopra le ginocchia in quanto il baule era occupato da un enorme subwoofeer. Avete mai viaggiato su una Dacia? In 5? Con un ragazzo che crede di essere un pilota di formula uno? e lo stereo a mille? L'acido lisergico non vi fara' provare le stesse sensazioni, vi assicuro.
Prime impressioni della Romania: gli autoctoni sono gentili, le macchine sono quadrate, le strade pessime, la destra e la sinistra son uguali e del codice della strada dev'essercene una copia al museo di Bucarest (sotto vetro perché non si usuri).
Arriviamo in un magnifico hotel, dove la receptionist top model mi conferma che quello non e' uno studentato....vi assicuro che per circa due secondi mi ero illuso che il Ministero trattasse bene. Alla fine con il mio rumeninglese troviamo il posto, ma e' chiuso. Chiediamo informazioni e troviamo tutte persone gentili che si offrono di telefonare a nostri contatti, farci compagni etc. Facendola breve incontriamo la responsabile e accediamo al sito. Sorpresa! un esterno fatiscente nasconde un ambiente pulito, rinnovato e accogliente. Camera in condivisione con bagno. E io che tenevo cosi tanto ai miei stereotipi che dicono che i rumeni sono brutti , sporchi e cattivi. Vabbe' speriamo che almeno mi derubino. Tutto liscio, tutto bene, dov'e' l'intoppo?
Il giorno dopo decidiamo di andare ad Arad e per andare alla gara de Nord, facciamo un giro assurdo che ci porta in uno dei quartieri piu' devastati, con negozi sventrati, bambini per strada, matrimoni e feste e alcuni punti poco raccomandabili. La stazione e' una rovina e le erbacce imperversano. I treni sono arrugginiti e cigolanti. Ecco meno male che qualche stereotipo regge, se no sarei perso. Invece anche qui rimango deluso, il treno per Arad e' pulito, comodo come un Intercity e nel bagno c'e' la carta igienica (opzione che in Italia e' permessa solo sugli Eurostar). Arad ha una stazione bellissima, specie dopo quella di Timisoara, facendoci consigliare dalle Lonely Planet cerchiamo una fortezza. Chiediamo a una coppia locale e loro ci indicano la strada, ci chiamano un taxi e gli spiegano dove vogliamo andare. Parlano italiano perfettamente e sono sconvolgemente gentili.
La fortezza e' un presidio militare, ma li vicino c'e' un parco turistico bello nuovo e pulito in mezzo a tanto verde dove ci sono tutte le famiglie a divertirsi come n qualsiasi altra citta'. Il ritorno lo percorriamo a piedi, scoprendo una citta' piacevole, con bei palazzi e strade ampie.
Il lunedì inizia il mio corso...Daniela dorme. Sono in classe con due austriaci (il collerico e il silente), due slovacche (le belle), tre italiani(il festaiolo, la strana e la maestrina).
La settimana va cosi': al mattino io mi arrampico sugli specchi cercando di capire una lingua che di latino ha solo l'origine, Daniela dorme. A pranzo esploriamo le delizie della cucina rumena in mensa universitaria Ciorba, ciorba e ciorba tutti i giorni; carne a colazione, pranzo e cena;formaggio un po' dappertutto.
Capita l'antifona e per non innervosire il mio cardiologo mi fingo vegetariano...la migliore trovata di tutto il viaggio!
Il pomeriggio sono previste varie attivita' culturali : visita alla citta', al museo di arte, al museo di tradizione e folclore del Banato. In qualche modo viene invitata anche Daniela che ormai pensano sia la mia fidanzata.
Le sere passano nel complesso studentesco a bere e fare conoscenza e scambio cultural/sociali sui rispettivi paesi. Abbiamo molto materiale da discutere: siamo una trentina di personaggi, provenienti da Italia,Francia,Spagna,Inghilterra, Finlandia,Norvegia,Rep. Ceca, Slovacchia,Polonia, Serbia,Macedonia,Bulgaria, Ungheria e...Corea del Sud! Incredibile ma in Corea del Sud esiste un Universita` specializzata nell`insegnamento del rumeno. Ho passato tre settimane a chiedere a Yu-Ri che interesse avesse la Corea del Sud con la Romania e alla fine mi ha risposto '' ho capito solo all'ultimo anno di universita' che non c'e' lavoro per traduttori coreani-rumeni...forse ho sbagliato facolta' ''
Nella top ten ci metto Svonko un prof Macedone espansivo e simpatico e Yaztek, prof polacco capace di parlare 11 lingue (ma molto modestamente dice che correntemente ne sa solo 7)
Tutte e due alla facolta' di lettere. Tengo a sottolineare che lo stipendio di un prof universitario in Macedonia e poco meno di 500 euro.
La frustrazione e' d'obbligo: qui tutti parlano almeno quattro lingue.
Un po' di conclusioni sono: la Romania e' bella, ma affetta da uno squilibrio sociale dilaniante. Accanto alle vecchie Dacia tenute con il fil di ferro ci sono SUV americani di ultima generazione, mentre nelle terrazze si prende il caffe' in una poltrona nuova, accanto i bambini sniffano colla e dormono per strada, mentre le cameriere hanno una parvenza di gentilezza con i clienti non esistano a tirare bottiglie addosso ai folli che girano per il quartiere.
Personalmente se fossi rumeno sarei parecchio incazzato. Sono passato attraverso il comunismo, una dittatura particolarmente creativa e adesso mi trovo questi occidentali capitalisti che vengono a casa mia e mi insegnano come vivere. Il numero di aziende europee e americane presenti in questa citta' e' impressionante. Una specie di capitalismo selvaggio che vuole occupare tutti gli spazi. La discrasia tra i locali rinnovati di nuovo, con la nebulizzazione d'acqua per rendere freschi i turisti e le strade spaccate, i locali fatiscenti, gli ospedali insalubri e' dolorosamente lacerante. Esiste una divisione invisibile. La linea di demarcazione puo' essere costituita da una terrazza di un caffe' o da una guardia giurata ma nessuno la oltrepassa.
Mi trovo a chiedermi che succedera' quando i poveri si stancheranno di essere poveri e i dipendenti di essere ''dipendenti'' da uno stipendio appena accettabile (la media e' circa 200, 300 euro)
Un altro aspetto che mi colpisce e' la quantita' di lavoro disponibile, quasi qualsiasi negozio espone la scritta ''angajam vanzatore''. Eppure non si trova personale. Tutti preferiscono andare all'estero.
Insomma se volete fare i turisti e fingere di essere in una qualsiasi citta' Europa potete farlo: una passeggiata lungo il Bega, un caffe' in piazza Unirii, il gioco di luci della chiesa metropolitana riflesse nell'acqua vi faranno comprendere perche' Timisoara e' chiamata piccola Vienna.
Se decidete di aprire gli occhi, sganciarvi dal gruppo esplorare il lato nascosto non rimarrete delusi, mercati pieni di oggetti improbabili, bambini per strada, strade disastrate, fili elettrici penzolanti, poveri che vi chiedono un leu per farvi pesare sulla loro bilancia,cani randagi, zone discarica...ripeto che ve le dovete andare a cercare.
Timisoara ha un giardino botanico molto bello, grandi parchi che costeggiano il fiume, un centro storico da godere lentamente, un museo d' arte pieno di collezioni (in particolare quella di Baba...se non sapete di chi parlo, leggetevi Dylan Dog...non mi sorprenderebbe che i disegnatori si fossero ispirati all'artista per raffigurare le storie....e' cosi' bravo a dipingere il dolore, la sofferenza, la morte, la vacuita' dell'esistenza che non si puo' che rimanere estasiati da tanta straziante bellezza).
La prima settimana scivola cosi' dolcemente e Sabato Daniela torna in Italia soddisfatta e con la mente piu' leggera

23 luglio 2008

Nascite

Periodo di festa! Nel giro di poco tempo mi sono state annunciate 5 nascite tra parenti amici colleghi ed ex fidanzate. Davvero un fiorire di vita in questo periodo. Buffo perchè mi ricordo qualche anno fa avevo avuto un periodo similare, ma era più atteso dato che i miei coetanei finivano l'università e si riproducevano. Poi ho avuto il periodo dei matrimoni, quello dei divorzi e adesso un nuovo ciclo di nascite. Mi sa che sono ufficialmente indietro anche rispetto a quelli che erano rimasti indietro! Ammesso che si possa parlare di un indietro e un avanti, di un tempo definito per segnare alcuni passi. Esiste un tempo sociale è vero, ma ho sempre provato un piccolo brivido a trovarmi rinchiuso in una gabbia di passi pre stabiliti. I percorsi già tracciati non son per me, davvero.
D'altra parte ho una pronipote bellissima!
33 anni sono tanti? pochi? giusti? in base a quale metro? e per cosa?
Vabbè domande senza risposta come al solito.
Quello paterno è un desiderio che ho avuto fin da adolescente, ma poi le carte girano in modo diverso da come vorremmo.
Per adesso mi godo la mia Parigi (e si, inizio proprio a starci benino qui) e un gusto di libertà che non mi sazia mai.
Domenica sarò di nuovo in Italia per amici e parenti.

18 luglio 2008

Classificazioni di disperazione

Buondì, questa mattina mi diletto a classificare. A Parigi si trova dapperttutto gente che oltre a dormire per strada ti chiede anche un contributo economico per sbarcare il lunario. Dopo attenta riflessione possiamo distinguere:

I MISERABILI

La categoria più abbattuta e abbacchiata, sdraiati per terra, afflosciati sotto il peso della vita. Non prendono parte attiva ma mostrano la loro incommensurabile tristezza e stoica rassegnazione. Possono andare dalle forma della preghiera disperata (tipica delle donne arabe), all'insofferenza dei punkabbestia, fino all'esposizione di ferite, stigmati, monconi e altre disgrazie del corpo umano utilizzando la carne come mezzo di colpa per la ricca società che li circonda. Esponendo le loro piaghe, indicando con un dito invisibile le colpe della società. Sono quelli che prefisco di meno, così abituati a essere ignorati che è molto difficile stabilire un vero contatto. Veri professionisti della miseria

GLI ARTISTI

Parigi è un florilegio di cantanti improvvisati (spesso stonati), musicisti da metro (spesso dell'est, con fisarmonica inclusa), veri artisti (si trovano a Bastille la sera, al centro Pompidou, pochi a Montmartre)
In questa categoria rientrano sia i vari musici improvvisati che aggrediscono le tue orecchie mentre stai leggendo tranquillamente in metro, sia quelli che ti danno gioia con le loro evoluzioni, capriole, prestazioni artistiche. I secondi, normalmente, sono più giovani. Generalmente se si tratta di movimenti acrobatici con il pallone, con il cappello e bastone o qualsiasi altra attività che implichi una buona capacità muscolare, sono ragazzi di colore.
Quelli che invece creano manipolazioni con fiori, fil di ferro o altri oggetti adoperati in modo creativo sono o indiani oppure white people. Spesso di passaggio a Parigi per turismo. possono essere simpatici e si riesce a chiacchere bene per qualche tempo, hanno parecchia esperienza del mondo e non esitano a condividerla. Possono essere piacevoli per passare un buon momento e soprattutto non sono bloccati nel loro ruolo.

I MONOLOGHISTI

Questo è un gruppo etereogeneo che ho incontrato solo a Parigi. Potrebbero essere inclusi negli artisti, ma sono così numerosi da meritare un posto a parte. Normalmente salgono sul metro e a voce alta e impostata (penso che il comune gli paghi un corso di dizione) iniziano a raccontare tutta la loro vita nel tempo di tre fermate. Non sono lamentosi, direi piuttosto fattuali del tipo: "la mia vità è andata così e ora mi trovo a dovervi chiedere dei soldi, se me li date mi fate un piacere"
Alcuni sono simpatici, altri ripetono talmente tanto la stessa solfa che la loro voce non ha più alcun sentimento, diventa impersonale come quella delle signorine che fanno le interviste al telefono.
Particolarmente toccante (per me) la storia di un quarantenne, ex- infermiere che dopo anni di lavoro in ospedale decide di rivoluzionare la sua vita, migliorarsi e intraprendere gli studi in Psicologia (!!!), investe tempo e energie, costringendo sua moglie a grossi sacrifici per mantenere la famiglia. Dopo di che una serie di incidenti, lutti e influenze negative varie lo abbattono talmente da non riuscire a terminare l'università, la moglie lo lascia e lui cade in depressione. Cerca di sollevarsi ma ormai è in discesa e si ritrova a chiedere i soldi sul metro, ma almeno, dice, ha provato a essere padrone del suo destino.
Quando l'ha raccontato pensavo che qualche amico mi avesse fatto uno scherzo!
Ovviamente questa è la mia categoria preferita.
Vi lascio con una chicca: un signore di una certa età che a Montmartre andava in giro a distribuire i suoi autografi!
La sua spiegazione era che un domani sarebbe diventato famoso e la sua firma avrebbe avuto un certo valore, e... "naturalmente se aveste voglia di ricambiare la mia gentilezza con un contributo alla realizzazione del mio progetto, ne sarei particolarmente lieto"
Un opera d'arte vivente.
Adoro Parigi
 
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