Le Daniel Erasmus!!!!

Per far partecipare tutti i miei amici, parenti e conoscenti alle magiche avventure vissute in terra di Borgogna!

14 marzo 2009

Padova

Cinque e mezza di un sabato piuttosto grigio ma sufficentemente caldo da mettere la voglia di fare un po' di corsa. Zona ex industriale, una villa in stato di abbandono, abitata da me e altre 5 studenti.
Certo conosco posti migliori dove fare jogging (Terranegra in primis) ma la pigrizia è regina. Una piccola corsa tra le vie di un quartiere fatiscente può essere solo di stimolo. Seguendo il sentiero del caso, mi trovo a sorpassare il Centro Occupato Pedro luogo di pseudo rave organizzati. Prendendo alla mia sinistra finisco in un abbandono ancora più immanente. Un passaggio a livello con annessa casa e una barriera esausta di divieto d'accesso. Perchè non superarla giacchè oltre il ponte della ferrovia si intravede la campagna? Passato il tunnel mi ritrovo in un luogo di bucolica devastazione. La campagna stuprata dalla città, l'acciao che si fonde con i canali di scolo stagnanti. Luogo di trattori e campi arati, antenne delle telecomunicazioni e case murate, occupate abbandonate, di nuovo violate. Corro vicino a un campo nomadi, con annessa discarica personale. Mi muovo affascinato da questo quadro vivente di desolazione e tristezza. Ha la stessa folgorante bellezza della disperazione dei derelitti. Qui un bosco, là lo stadio. Nessun ordine. Case di campagna con giardini curati e fatiscenti stamberghe abitate da fantasmi viventi.
Odo storie di violenza familiare, incesti e grida. Ignoranza guidata dalla miseria, improvvisa ricchezza. Quel potere economico arrivato troppo repentino qui in Veneto, privo della maturità per essere usato.
Continuo a correre.
I cani latrano, ringhiano, scuotendo le catene.
Uno attira la mia attenzione, legato in una cascina schiacciata tra l'autostrada e la ferrovia. Mentre l' Alta Velocità gli scorre accanto, una vecchia con sguardo pari al sua animale aspetta il tempo di morire. Fissa nel vuoto assordante di macchine lanciate in velocità il punto futuro della sua dipartita. Aspetta. Seduta. Aspetta.
Il mio passaggio è il momento più emozionante della sua giornata.
Continuo a correre, il paesaggio si trasforma regalando note di scoramento sempre più sinfoniche. Infine eccomi sulla superstrada, tra i pasti abbandonati dalle prostitute e i fuochi della campagna veneta. Preservativi e terra smossa dal lavoro dei contadini.
Un pensiero: se cadessi qui, senza documenti ne cellulare so che il mio corpo sarebbe già corroso prima che venisse ritrovato.
Continuo a correre.
L'avvicinarsi della notte mi consiglia di rientrare, mi promette incubi e aberrazioni. Saggi consigli che mi fanno ritornare sui miei passi. Ritrovo la vecchia e il suo cane immobili mentre il treno scuote la loro casa, il bosco abbandonato e selvaggio, il campo (rom o sinti che sia) con le voci dei bambini e panni stesi ad asciugare nella polvere. Riavvolgo il film della mia corsa, sapendo di aver vissuto qualcosa di prezioso. Un quadro, una pittura di Edvard Munch, essermi immerso nell'abbraccio dell'abbandono. L'arrivo alla sbarra arruginita segna il mio ritorno al mondo.
Quel piccolo giardino segreto, nascosto agli occhi del mondo rimarrà una sensazione costante in me. Un immagine di una sempiterna vecchina in un quadro di violenza e degradazione.
Quante storie sono chiuse in quelle case, mille orrori del quotidiano che solo Tiziano Sclavi saprebbe raccontare. Posso sentire la sera che mi inquieta, pronta a scatenarsi nella complicità del buio. Miserie umane in attesa di strisciare nella pece , esprimersi nella loro perversione.
Essere spettatori della distruzione me ne fa assaporare la malinconica meraviglia.
 
Creative Commons License
My blog by Daniele Luzzo is licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 2.5 Italy License.